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tissimi interessi, si incominciano a stabilire criteri differenziatori nella scelta dei gialli, prima indistintamente accolti e desiderati. Nell’America centrale e meridionale stesse, non mancano, dal 1890 in poi, le misure contro gli immigranti cinesi e di colore (leggi 22 maggio 1897 e 10 giugno 1904 di Costarica, 11 agosto, 8 set- tembre e 30 dicembre 1904 di Cuba, 14 marzo 1904 di Panama, 20 novembre 1892 della Colombia, 12 ottobre 1899 dell’Equatore, 30 aprile 1909 del Guatemala, 22 dicembre 1908 del Messico) (1), pure mentre da alcun tempo vi si moltiplicano inviti e favori all’ele- mento giapponese, dalle cui ottime qualita, specialmente agricole, si speran vantaggi segnalatissimi per lo sviluppo economico del paese (2). Ma, per analizzare il fenomeno nei suoi aspetti pit caratteristici, conviene localizzarne lo studio ai campi di osservazione dove esso ebbe a manifestarsi con continuita ed intensita maggiore, e con effetti pi larghi e duraturi. Ne seguiremo pertanto le vicende in Australia e negli Stati Uniti d’America; i due paesi nei quali la questione della mano d’opera gialla assorse a importanza di capitale problema nella politica interna non meno che nella internazionale, rimanendo aperta tuttora alle pit fervide controversie.


II.

A due razze distinte apparteneva, nelle colonie australiane, la mano d’opera di colore: i cinesi, affluiti spontaneamente in buon numero fin dai primi tempi dell’occupazione e pili ancora dopo le scoperte aurifere; e gli indigeni polinesiani 0 canachi, importati dalle isole vicine a cura di imprenditori privati. Dediti 1 primi per la mag- gior parte alla piccola industria domestica nei maggiori centri urban, si trovavan invece concentrati i secondi nella regione tropicale del Queensland, che ad essi doveva quasi esclusivamente la singolare

floridezza delle sue piantagioni di zucchero.



  1. (1) Cfr. Boll. emigr., 1907, n. 15; 1910, n. 1.
  2. (2) Il governo messicano fu tra i pit apertamente favorevoli all’immigrazione giapponese, che favorisce con viaggi gratuiti, franchigie doganali, sussidi di primo impianto, concessioni di terre. Il Pert ed il Chile loro assicurano parita di tratta- mento coi coloni bianchi, troppo restii ad affluire in numero sufficiente. Il Brasile ha firmato un trattato di commercio che gli procura, a mezzo di un regolare ser- vizio di navigazione, un largo contributo di mano d’opera nipponica. Cfr., per pit ampie notizie statistiche su questo movimento e per copiose indicazioni bibliografiche di fonte giapponese, L. Ausert, Américains et Japonais. Parigi, 1908, pag. 250 e segg.