Pagina:Prato - Censimenti e popolazione in Piemonte nei secoli XVI, XVII e XVIII - 1906.pdf/14

12 G. PRATO


e portante a 500 scudi la multa pei sindaci (1); e quelli analoghi del 4 novembre 1607 e del 28 febbraio 1612 (2), all’ ultimo dei quali risposero 589 comunità o gruppi di paesi, secondo risulta dal nuovo spoglio eseguitone dal Chiaves nell’ anno stesso (3).

Accadeva però di frequente che, formando le vettovaglie e le persone oggetto di un’unica denunzia, molti particolari, non avendo vettovaglie da dichiarare, pensassero bene di astenersi da qualunque consegna, e ciò non ostante che nuove ordinanze del 12 gennaio, 15 maggio, 9 agosto 1618 e 30 aprile 1620 (4) raccomandassero di evitare tale errore, usando la massima diligenza nelle visite domiciliari. Onde è probabile che da tale inconveniente nascesse primamente l’ idea di distinguere e separare, almeno per una volta, le due funzioni, accertando l’ entita della popolazione astrazion fatta da qualunque immediato scopo economico o tributario. Ne risultò la missiva 28 agosto 1621, la quale, per l’indole sua schiettamente autonoma, segna una data importante nella storia di queste indagini demografiche ufficiali, costituendo un primo e, pei tempi, notevolissimo tentativo di censimento completo, fatto con scopi non molto diversi da quelli che si propongono le operazioni analoghe dei nostri giorni.

Commetteva il Duca Carlo Emanuele agli ordinari di tutte le città, terre e luoghi dei suoi Stati di qua dai monti, incluso il Ducato di Aosta e la Contea di Nizza, 0, in loro assenza, ai loro luogotenenti o sindaci di detti Inoghi, «di trasferirsi alle case dei particolari abitanti nei luoghi e territori di loro giurisdizioni... col segretario della Comunità o del Tribunale, e pro- cedere alla descrizione per alfabeto di tutti essi capi di casa, nessuno eccet- tuato, quantunque privilegiato per quale si voglia causa, notando il nome; cognome e pratica di essi capi di casa, il numero delle bocche, con espressione del’età di caduna persona»... «Quanto alli capi di casa che troveranno servitori e serve li esprimera nella consegna che siano servitori, e se tro-

veranno figliuoli, fratelli, nepoti od altri parenti... se ne fara parimente



  1. (1) Cfr. DUBOIN, vol. cit., p. 380. Probabilmente é questo l’ordine a cui si riferiscono le Let. Pat. 18 luglio 1613, le quali, richiamandosi a un ordine 4 ottobre 1606, stabiliscono le norme per le consegne dei capi di casa e dei bestiami in Mondovì e mandamento e nelle terre di 14 del Gesso e della Stura fino a Cuneo. Il Duboin — tom. XXI, vel. 23, p. 1380, nota — dice non aver potuto trovar copia di tale ordine: onde é probabile si tratti davvero di errore di citazione.
  2. (2) Ibid., p. 386, 393.
  3. (3) Calculo generale delle boche et vetovaglie cavato da me Segretario sotto- scrito da quintarnetti 589 fatti in virtù dell’ ordine di S. A., Ser, 28 febbraio 1612. A. C., « Consegne B. U. », m° 3°.
  4. (4) A. C., Editti, tom. XIX (1617-19), XX (1618). All'ordine del 12 gennaio rimasero renitenti, secondo appare dall’Editto successivo, 282 comunità.