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ad esso, chiaramente esponendo e largamente motivando le circostanze tutte della causa e le ragioni del convincimento proprio, pronuncia una sentenza la quale è per lo più documento e modello di alto e profondo sapere.

Allo studioso italiano, avvezzo purtroppo a veder applicati nella patria sua più spicci e comodi metodi e meno astrusi criterî di convincimento e di giudizio, la considerazione di quella giurisprudenza logica, serena, armonicamente progressiva e sapientemente ordinata, che senza esitazioni e senza contraddizioni gravi, benchè pur senza ostinazioni colpevoli, si svolge sicura e tranquilla, accompagnando e favorendo della sua azione confortatrice il libero incremento delle attività economiche e sociali del paese, non può a meno di destare nell’animo un’ammirazione profonda, unita, ahimè! ad un triste senso di sconforto.

L’abisso che separa la contradittoria confusione della nostra giurisprudenza economica dalla limpida chiarezza e serenità dell’inglese non è certo facilmente nè rapidamente colmabile.

Ma perciò appunto per l’ardua altezza della meta cui dobbiamo tendere con tutte le forze, per le disagevoli asperità che ci è d’uopo attraversare, lo studio di quel mirabile modello inesorabilmente s’impone.

Solo il coraggio di guardare con franco animo e sincero intendimento di bene a ciò che è più alto e migliore di noi dà la forza di indirizzare risolutamente le energie della volontà e del pensiero ad una finalità superiore di perfezionamento indefinito, stimolando quella emulazione che è elemento indispensabile di ogni ascensione umana verso il progresso.