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di effetti che il cliente a mano a mano gli consegna, mantenendosi aperto a tal uopo tra di essi un conto corrente, nel caso di liquidazione del banchiere, il cliente non può procedere contro il fallimento se non per il credito eventualmente risultante da esso conto corrente.
Invano egli eccepirebbe che, avendo consegnato un effetto per il pagamento di una determinata accettazione, e non essendosi questa fatta come s’era pattuito, gli spetta per tale somma il diritto di integrale rimborso.
Il banchiere non è in tal caso, data la riconosciuta consuetudine anteriore, un fidecommissario, bensì un semplice debitore. Se però l’effetto in questione non fosse stato ancora realizzato, e si trovasse tuttora tra le mani del banchiere, il cliente avrebbe diritto al ricupero.1
3. Quando tra un privato ed un banchiere esiste una consuetudine commerciale la quale autorizzi il primo a chiedere danaro sul proprio conto corrente senza aver riguardo al debito che eventual-Income tax. — 1. Ogni banchiere è obbligato ad autorizzare la deduzione dalle somme dovutegli a titolo di interessi per un qualunque credito, l’importo della income tax corrispondente; tale tassa è poi dovuta dal cliente al Governo, nè questo può più richiederla al banchiere.3
Tale principio non si applica tuttavia ove si tratti di interessi dovuti per un tempo inferiore a un anno, purchè fissati in base ad una percentuale annua.4
Responsabilità del principale. — 1. Allorchè un impiegato d’una Banca, valendosi con frode ingegnosa del nome e del credito del proprio principale, abusi della buona fede d’un terzo, la Banca non è tenuta ad addossarsi il danno risultante, purchè non sia colpevole di alcuna negligenza.5
2. Il principale non è respon-
- ↑ C. In re Broad. ex parle Neck (Court of Appeal 1885, Journal, VI, 230 e sgg.
- ↑ C. Buckingam and Co. v. The London and Midland Bank (J. Mathew and a special Jury 1896, Journal XVII, 33 e sgg.
- ↑ C. Goslings and Sharpe v. Blake (Surveyor of taxes) Court of Appeal 1889), Journal, X, 234. È l’applicazione del dettato del 16, 17 Vict. c. 34 s. 40 dove è detto che ogni persona obbligata a pagare un interesse annuo avrà diritto a dedurne l’income tax.
- ↑ Così sanciva nel caso suddetto, riparando in questa parte la citata sentenza, la House of Lords 1890, Journal, XI, 647, e sgg., la quale contraddiceva così al giudicato, dai convenuti invocato, del caso Bebb v. Bunny, nel quale s’era stabilito che per interessi annui si comprendono anche quelli per un tempo più breve di un anno purchè fissati in base ad una percentuale per annum. Cfr. Journal, X, 235.
- ↑ C. Vagliano Brothers v. The Governor and Co. of Bank of England (J. Charles 1888, Court of Appeal 21 Maggio 1889, House of Lords 1891), Journal, IX, 666 e sgg.; X, 344; XII, 282 e sgg. Sulla questione di principio non vi fu alcun disaccordo tra le varie sedi di giurisdizione. L’esame delle varie corti si concentrò sull’apprezzamento dei fatti in causa, ed in base ai fatti la Corte Suprema cassò le sentenze del Trib. e della Corte d’Appello, concludendo, in questo caso, per la responsabilità del banchiere, il quale non aveva usata diligenza sufficiente.