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O tigri della terra,
noi concitate in guerra;
con sillaba demente
non dite: — Iddío non v’è! —
85Che, quando alle sue collere
sorge l’Onnipotente,
stridon le frecce, e in polvere
van le corone e i re.
Sotto i fulminei dardi
90schiantati i baluardi,
frante dall’imo e stese
crollan le torri al suol,
e dell’orrendo eccidio
altro non fia palese
95che il fumigar dei ruderi
contro al nascente sol.
Gran Dio. gran Dio, tremenda
quest’ira tua non scenda
sui lauri e sulle palme
100dell’italo giardini
Gli affanni ti propizino
di poche afflitte salme,
perché d’un tuo gran popolo
s’incardini il destin.
105Ma, se il livor dei forti
l’onta raddoppi e i torli,
e invan si pianga e preghi
per ottener pietá,
e qua catene suonino,
110lá ree minacce c nieglii,
e dappertutto il gemilo
dell’itale cittá;