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Cosi l’acerba ruga
140spianata alfin ti sia.
Cosi cacciale in fuga
sulla celeste via,
auriga ardente, acceleri
le tue puledre il sol.
145Deh! il sogno eccelso e puro,
che, tra le inique risse
d’una fossa e d’un muro,
in cor di Dante visse,
quasi inconsunta lampada
150in un funèbre ostel,
s’avveri alfin. Poi, lieve,
come un’occidua stella,
passi il mio canto, e il breve
nome e l’etá. Fu bella
155la vita assai, se liberi
ci accoglierá l’avel.