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E. quai tigri anelanti a vendetta,
per falangi rincalzan la pugna.
375Ma Ielón, come un dio, li saetta ;
Orosmane ha due frecce nel cor.
Del destrier di Terón sotto l’ugna
Farnabazzo, Aretéo son caduti ;
ma i fuggenti alla pugna cresciuti
380quinci e quindi s’addensano ancor.
No, sicani. Una greggia di schiavi
non vi sgomini il cor di paura.
Su! veloci! alle navi! aile navi!
Poiché il sol, come spento, dispar,
385l’atterrita fumante pianura
vi dimanda i fanali supremi:
date il loco alle cento triremi,
fate allegra la notte del mar.
Oh che festa! quel tetro convesso,
390lungo il vasto giron della spiaggia,
da infernali riverberi è fesso:
or comincia l’esequia final.
il dimón della vampa viaggia
col furor di carena in carena;
395arde il flutto, fiammante è la rena;
piú non sibila in fallo uno stral.
A quei razzi volanti di foco
de’ trafitti rosseggiati le pire.
La Demenza possiede ogni loco;
400urla pazzo chi uccide e chi muor.
Il Terror nuovi colpi, nuov’ire;
nuove salme la Morte vi stipa;
ah! quel campo, quel ciel, quella ripa
è l’inferno d’un Dio punitor.