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al re degli immortali;
né ottien poi sempre chi ha corona e trono
d’un di quei baci il dono.
85Azzarelina, oh! bada
che alata è la terrena
letizia. A me catena
fa’ di tue braccia. È limpido
il ciel, nella rugiada
90spira l’ambrosia, son fioriti i dumi:
questa è l’ora dei numi!
Com’è, com’è profondo
il silenzio del bosco
e quel degli occhi tuoi!
95Dimmi: è scomparso il mondo
o il mondo è qui con noi?
Io piú non mi conosco,
e in me stilla un languor che sembra morte.
Le tue braccia rattorte
100al collo mio, come fiorenti rami
di mandorlo, colora
col suo raggio la luna.
ma riso o voce alcuna
sul tuo labbro non fiora.
105Giaci pallida e muta e al ciel somigli,
che è muto a riguardar l’opra sua rara.
Scomposta abbruna l’erba
la tua treccia superba;
due rugiadosi gigli
110son le tue tempia, o cara:
potessimo dormire,
senza piú risvegliarci, in questa riva!
L’anima nostra è viva,
poscia che amò, per una cosa sola,