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XIII

ANTIMACO

Demere particulam somrro digitisque papyj’um
est ierere in votis et dortum fatlere vutvus .


CARTA GRECA

Cosi cantava in margine al Cefiso
Antimaco, pastor nato in Larissa,
patria d’Achille :
— O re dei sempiterni,
perché farmi capraio, e non piuttosto
5guerrier di Grecia, a vendicar gli offesi
talami d’Argo e la nettunia Troia
spargere al vento? È povera fatica,
cui mi sortisti, pascolar le zebe,
spirar nel flauto e salutar sui colli
10Febo e la Luna: per non dir dell’erba
e dei sarmenti, che recando a spalla
vo nel mio stabbio, e delle veglie amare,
che mi rompono i vasti epici sogni.
Però che sogno anch’io l’elmo crinito,
15l’aureo gambier, la poderosa antenna
e la quadriga; e sin talvolta parrni
l’inverecondo adultero alle reni