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3
Io con te parlo quando la greve
aura le foglie semina al piano,
o a larghe falde casca la neve
sovra il tugurio del mandriano:
non spunta giorno, sereno o bieco,
in ch’io, fanciulla, non parli teco.
4
Parlo negli atrii, lungo la via,
parlo fra i campi, sotto le stelle:
geme col vento la voce mia,
scoppia sonora colle procelle;
nel santuario, prosteso all’ara,
sempre a te parlo, fanciulla cara.
5
Dal grembo d’Eva tu non sei nata,
né il crin ti veste rosa mortale;
tu non hai bruna verga di fata;
dea dell’Olimpo, non t’armi d’ale:
dolce, segreto, libero, intero
s’apre il tuo mondo nel mio pensiero
6
Tu meco piangi, meco sorridi
di queste nostre favole oscure;
le tue speranze tu mi confidi,
io ti confido le mie paure;
l’ora del tempo del par ci preme,
cara fanciulla, sognando insieme.
7
Nel fresco raggio del tuo sembiante
innamorarmi non mi vergogno;
coi crin giá bianchi, tacito amante,
io notte e giorno seguo il mio sogno;
sinché la Parca, forse domani,
non ne recida gli stami arcani.