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Sull ’ali del turbine
verrai, pellegrina;
115di cento metropoli
ti faccio regina.
Marchesi e baroni
vedrai ginocchioni,
al piè deponendoti
120le spade e i blasoni.
Fien cedri del Libano
le travi del tetto,
smeraldi e crisòliti
le borchie del letto,
125di porfido intesti
gli strati che pesti,
di bisso e di porpora
le bende e le vesti.
Ti dono uno strascico
130di schiave e donzelli,
quadrighe ed alipedi,
foreste e castelli;
poi verga di maga,
che tosto t’appaga
135di quanto desideri,
se d’altro sei vaga. —
Ciò detto, mandavano
sorrisi inameni
le labbra del dèmone,
140e gli occhi baleni. .
Poi l’orma sua tetra,
picchiando la pietra,
schizzava una livida
fiammella per l’etra.