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Al rezzo de’ frassini
ombranti la china,
disciolta sull’ómero
la treccia corvina,
85con queste parole
nell’ore piú sole
si sfoga la povera
Carina di Noie.
Un di sui vestiboli
90del tristo abituro
comparve alla giovane
un angelo oscuro.
Dall’atre pupille,
indarno tranquille,
95tra il fumo scoppiavano
maligne scintille.
— I! padre tuo cupido
coll’ór si trastulla,
né piú ti rimemora,
100deserta fanciulla.
L’amante tuo vago
scordò la tua imago,
siccome una nuvola
che passa nel lago.
i°5 Il Dio, che tu supplichi,
ormai ti prepara
ghirlande di triboli
al capo e alla bara.
Fanciulla, rinnega
i l u lá ti 1 uá congrega.
Mutato è il tuo vivere,
se meco fai lega.