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VI

I MORTI DI NOVARA

Oh fortunati i feretri de’ prodi,
che del Ticin sulla tradita sponda
stettero soli dell’onor custodi;
e immortalmente coloraron l’onda,
5nell’ultima fortuna abbandonati
da un’Italia divisa e furibonda!
Voi ben cadeste in libertá, soldati
d’una misera terra, ove i felici
sono i defunti o quei che non son nati !
10Misera terra, che feri gli amici,
se stessa, i figli, e fece allegri gli occhi
delle barbare torme usurpatrici ;
e or, dannata a curvar fronte e ginocchi
al superbo irrisor, trema, aspettando
15la saetta di Dio, che la trabocchi.
Pietá, Signor! pietá del miserando
strazio d’Italia! Il suo fallir fu molto,
ma il fardel, che la grava, anco è nefando.
Le peccata del tristo e dello stolto
20l’innocente non paghi e il generoso:
ahi, Signor, di che lampi arde il tuo volto!