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60 i - edmenegarda

che lasciasti, o Leoni, avvinte al lido!
     Altri, cui tocca la pietá profonda
della misera donna, a te daranno
25di tristissimo il nome; altri, cui l’uso
d’abbandonar necessitá crudele
fe’ parer l’abbandono, un motto appena
sibileran dai labbri, e sará incerto
se sia pietate o scherno, o indifferente
30rumor di voce che col vento passa :
pochi dal cor sospireran tacendo,
pochi tremanti della propria polve,
che il giudicio dell’uom lasciano a Dio.
     Quando si seppe di quel novo caso,
35misto a vili racconti, onde sul capo
d’Edmenegarda ripiombâr gli oltraggi,
in ferite s’aperse, e grondò sangue
l’anima altèra, affettuosa e degna
di quel misero Arrigo.
Egli, tradito,
40privo per lei delle piú sante gioie
che dispensa la vita, accompagnato
da perenni vergogne, egli l’amava...
Ancor l’amava! Era la sua fanciulla.
Vista sí bella sulle consce rive
45del Tagliamento; era la dolce amica
del segreto suo talamo; la madre
di quei due fanciulletti, ultimo bene
ch’egli avesse nel mondo; or cosí sola,
cosí deserta, e misera, e percossa
50dalla terra e da Dio!
Battea d’acerba
gioia e d’orrido affanno il cor d’Arrigo
confusamente, e prorompea:
— Son giunti
questi giorni una volta! Edmenegarda,
li volesti, e son giunti; e non è dritto