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tante figura dell’abate Secondo da Trento (m. 612), autore d’una storia dei Longobardi, a cui attinse Paolo Diacono, e che, d’accordo colla regina Teodolinda (della quale e di re Agilulfo battezzò il figlio Adaloaldo in Monza) e col papa S. Gregorio Magno, favorì la conversione di quel popolo dall’arianesimo.

Anche nella seconda calata dei Franchi (a. 590) troviamo i Trentini sulla groppa fida del Dostrento, assediati e riscattati per intercessione dei vescovi Ingenuino di Sabiona (p. Bressanone) e Agnello di Trento.

Estesasi la città definitivamente sulla sponda sinistra del fiume e sorta per gradi la grande mole del Castello del Bonconsiglio inserito nell’ultima maggior Dostrento e Santo Apollinare, acquerello di Alberto Dürer
(conservato in Hannover).
cerchia di mura d’oltre Adige, sopraggiunsero per il vecchio Dosso giorni di riposo, divenendo poi esso parco nobile principesco-vescovile, rallegrato dai cervi, con villa di piacere, restaurata dal principe-vescovo Giovan Michele di Spóro dopo l’incendio seguito al bombardamento della città (a. 1703) nella guerra di successione spagnola per ordine del generale Vendôme. Sul Dostrento in quell’occasione è perito il signor d’Andigny, comandante dell’artiglieria francese, per una palla di falconetto.

Il Dosso era stato ritratto dal Dürer in un acquerello, ora conservato ad Hannover, e poi cantato dal poeta neolatino Niccolò d’Arco (1479-1546); come più tardi (a. 1867) esso diede pure la trama per un interessante romanzo in tre volumi di Adalulfo Falconetti, giornalista veneto, e passò poscia nelle canzoni popolari postbelliche per musica di Luigi Pigarelli e di Teresita Alessandrini.

Carlotta Perini nel secolo scorso scrisse un poemetto: „I Cimbri e il Verruca“ colla istoria amorosa della tragica morte di Velleda, figlia del loro re; e di recente Nedda Falzolgher toccanti graziosi versi dialettali sulla Madonna della chiesa di S. Apollinare a Piedicastello.

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