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desto lamento. Ecco perchè non scrissi, dapprima che in forma affatto privata e confidenziale. Confido, o signori, che voi apprezzerete questo mio prudente procedimento.

— Però... tuttavia... osarono interrompere alcuni sommessamente.

Il signor Intendente alzò allora il capo, a guisa del gallo che sta per cantare; — e fu con tono di superna commiserazione per quegli ingenui interruttori che ripigliò:

— Tuttavia, però, se... ma... davvero che, con tutto il rispetto dovuto, miei cari signori, mi fanno da ridere. Mi ascoltino, e s’accorgeranno che l’autorità sa e può fare il suo dovere. Irritato dal silenzio dei miei amici di Milano, e come il mistero in quistione cresceva ogni giorno e assumeva ogni giorno più allarmanti proporzioni..... — Tuttavia, però... dicevano loro signori? Ebbene io presi una eroica decisione: riferii il tutto nei suoi minuti particolari all’illustre mio collega, che è a capo della regia Intendenza centrale di Novara, chiedendo per mia regola e per tranquillità dei miei amministrati, ampie, formali, categoriche informazioni.

— E...? E...? Si udì da tutte le parti.

— E le informazioni mi sono giunte categoriche, ampie, formali!

Viaggiando in ferrovia, voi avete provato senza dubbio insieme ai vostri compagni di viaggio quel senso di sollievo che vi allarga il petto, avete mormorato o pensato quell’ah! della liberazione che sale involontariamente alle labbra, quando dopo essere stati sepolti dei minuti che sembrano eterni nella oscurità fuliginosa di una galleria, il convoglio sbuca finalmente a riveder la luce del sole.