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a voce men bassa. Mi pare che riprendessero una conversazione troncata al mio arrivo.
— Vi dico che a me non la fanno, e che non occorre aver studiato il latino per provar che due e due fanno quattro.
— Scusi, signor sindaco, rispondeva il farmacista, non ho mica detto il contrario; benchè, quanto al latino, mi possa permettere di osservare che è una gran bella cosa l’averlo studiato. Ma...
— Non ci son ma, signor Bazzetta carissimo; quel che è del comune è del comune, e quel che è della chiesa è della chiesa, — Mi permetta un esempio. Si ricorda del paretaio di Bernardino, alle quattro croci? Ebbene, per qual ragione ne è il proprietario? Perchè da oltre quarant’anni il proprietario vero, essendo lontano, lo aveva lasciato senza volerlo e senza saperlo nel godimento di quella terra; quando volle rivendicarla, si trovò che ne aveva perduto il diritto.
— Uh, disse il sindaco, se Bernardino avesse avuto a fare con me,— vorrei vederli adesso chi li mangerebbe i tordi del suo paretaio.
— Eppure, signor sindaco, è la legge che parla, e contro la legge...
— Una delle due: o Don Luigi cede alle buone o sacram...
Il campanello dell’elevazione gli tappò la parola in bocca.
I due interlocutori s’inginocchiarono e si diedero a battersi il petto. Il sindaco con colpi sonori, il farmacista accennandoli appena.
La musica che a questo punto della messa è fissato debba essere malinconica era diventata, sotto le dita dell’organista che vi ho descritto un trillo di due note