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Ella che aveva voluto dargli la gioia, si trovava repentinamente di fronte alla probabilità di nuocergli.
Questo pensiero la disperava. Ella fargli del male? ella rovinarlo? — lo vide colpito dalle dicerie dei malevoli, dallo scandalo, dalle condanne della disciplina ecclesiastica, che si immaginava crudele, implacabile, e disse a sè stessa: — orsù, tu hai fatto il male, e tu devi scontarlo: ma come? Il come si affacciò con una orribile limpidezza alla sua mente: sparire colle prove che accusavano il suo Don Luigi.
— Ella non arretrò: — ebbene, disse colla calma della disperazione, sparirò.
Ma per lei, senza mezzi, in quello stato, sola al mondo, senz’altri parenti che la Mansueta, la quale non doveva saper nulla, lo sparire, equivale a morire. Vide la necessaria conseguenza della risoluzione e l’accettò tutta quanta. Riunì le sue robe migliori e venne a Zugliano, si pose in casa di una lavandaia che aveva conosciuto quando stava qui con noi.
Ella era risoluta di morire— ma non poteva andare lontano, eppoi temette che il suicidio non facesse rumore, e questo ella non voleva per niun conto. Così si apprese al mezzo che mi condusse a scoprire il suo rifugio.
Io cercai di confortarla dicendo che si sarebbe potuto riparar tutto, evitare i sospetti. Ella non vi pensava; ma mi ringraziava e mi scongiurava: — fatelo per lui — egli è innocente... io sola... io sola...
Venni da lei qualche volta nei giorni seguenti, — ma dovevo usare molte precauzioni per non suscitar le ciarle così micidiali della provincia.