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Ella non dava per sè stessa una grande importanza alle passioni amorose, ma come la madama Warens di Rousseau, e come la maggior parte delle donne, credeva che gli uomini non potessero farne senza, e veramente gli uomini che ella aveva incontrati, il mondo corrotto in cui aveva vissuto non potevano darle una più retta opinione.

Perciò le pareva di scorgere nella vita di don Luigi un vuoto doloroso.

Ella, così pronta a sacrificarsi senza chiedere ricambio, non capiva che si potesse fare di un’idea, di un sentimento soprannaturale l’interesse massimo della vita. Gli è che il suo cuore arrivava molto più in alto della sua mente incolta.

Quando ella, nascosta dietro le stecche delle persiane o fra i cespugli del giardino, vedeva don Luigi appoggiarsi meditabondo al muricciuolo dell’orto, e là rimanere immobile per dell’ore colla fronte corrugata, gli occhi fissi alle cascatelle del torrente: poi levarsi repentinamente e passeggiare e poi fermarsi di botto e riprendere a camminare a passi ineguali, — ella s’immaginava che fossero le torture di un’indole passionata costretta a ripiegarsi dentro di sè.

Ella non aveva torto interamente. La gioventù, ingagliardita dal lungo ritegno, tentava allora l’ultima e più formidabile ribellione contro le rigidezze del povero prete, mascherando i suoi assalti con quel misticismo, — potente e fuorviata sensualità delle indoli caste, — il quale penetra l’umana natura nelle sue più intime fibre, e la colpisce nell’arcano principio onde si congiunge l’elemento morale colla materia.