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figura di savoiardo. Un montanaro di Sulzena li accompagnava.

Il signor Bazzetta aveva colta con premura l’occasione di esercitare le sue funzioni di assessore. Egli aveva mandato avviso alla stazione di Mirasco.

I cinque soldati sostarono un minuto sulla piazzetta. Poi il brigadiere mi si accostò e mi chiese se sapevo notizie del feritore.

Risposi in buona fede che credevo avesse lasciato il paese.

— È probabile, soggiunse, però bisogna compiere le formalità, E volto alla guida che l’aveva accompagnato:

— Alla casa di Giuseppe Rivella, andiamo.

Mi salutò e s’avviò coi suoi uomini.

Tenni loro dietro.

Eravamo tutti convinti che la ricerca intrapresa dal brigadiere fosse una pura formalità.

Tuttavia egli per quella puntualità allobroga che nelle faccende quotidiane rado fallisce, essendo il mondo routinier più di quanto lo si creda, dispose le cose come se avesse a far una cosa seria; e seria era perchè doverosa.

Per ordine suo, due uscirono dalla strada e vennero ad appostarsi dalla parte degli orti. Egli cogli altri due si avanzò per la strada del villaggio e si presentò alla porta della casa. Era socchiusa.

Il brigadiere lasciò ancora uno di guardia alla soglia e vi entrò.

Io osservavo dalla strada questa manovra e s’era fatto un crocchio di gente intorno a me; tutti erano del mio avviso.

Chissà dove poteva essere a quell’ora il povero Beppe!