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sul serio a desiderare di ritornare un dì o l’altro con Rosilde.

«Ma in quel turno ella mi annunziò che partiva per Londra.

«Alcuni giorni dopo una vecchia signora di Arona mi collocò presso Don Luigi, suo nipote, il quale da poco erasi qui fissato.

«Fu una vera fortuna per me: non potevo augurarmi un posto migliore. In confronto di quanto avevo provato mi pareva un paradiso.

«Solo mi angustiava il pensiero di Rosilde.

«Da principio ella mi scriveva spesso delle lunghe lettere, in cui parlava di me e del nostro paese.

«Di sè, della sua condizione, — mai una parola.

«Seppi da uno di Zugliano che tornava dall’Inghilterra che ella aveva là incontrato, che tutti parlavano bene di lei.....

«Ma le sue lettere erano piene di malinconie.

«Poi tutto ad un tratto cessarono.

«Per molti mesi non ebbi più notizie di lei. Le feci scrivere da Don Luigi parecchie volte, non ebbi risposta.

«Una sera, erano quasi tre anni che ci eravamo lasciate a Trieste, l’inserviente comunale mi venne a dire che mi recassi appena avessi potuto a Zugliano in casa di certo dottor de Emma, giunto colà in quei giorni, dove c’era una signora la quale desiderava parlarmi.

«Ci andai l’indomani stesso: trovai presto la casa del signor de Emma di cui tutti facevano un gran parlare. E quale non fu la mia sorpresa appena entrato di trovarmi fra le braccia della mia Rosilde che piangeva, rideva e mi baciava tutt’insieme.