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— Il male che avete fatto è un modo di dire, soggiunsi, ma non è di tal natura da rimordervi troppo.... e quanto alla riparazione ella è bella e fatta a quest’ora....
— Zitto, vi prego, — m’interruppe subitamente turbato, — zitto, voi non sapete nulla.
Volevo replicare, ma egli ripetè:
— Non sapete nulla, non sapete nulla.
Poi dopo alcuni minuti di silenzio, con maggior calma e una malinconica intonazione di voce:
— No davvero, figliolo, non posso scroccarvi un giudizio tanto indulgente. La santità di ser Ciappelletto mi ripugna.
La sua modestia era tanto sincera e tanto viva che non ardii combatterla, tacqui.
Don Luigi si alzò, passò il braccio sotto il mio e mi trasse con sè in gran fretta.
Al principio del sentiero si volse, abbracciò con uno sguardo di ineffabile tenerezza quel suo prediletto ricovero.
— È forse l’ultima volta ch’io vengo quassù, mormorò; — oh i decreti di Dio colpiscono giusto....
Cominciammo a scendere la china in silenzio.
Don Luigi era triste, accasciato come non l’avevo mai visto. Mi parve allora assai più vecchio del solito; si appoggiava al mio braccio e camminava a stento.
Appressandosi al villaggio si rinfrancò un poco; ma non tanto che Baccio non s’accorgesse della sua tristezza.
E mi disse con sincera schiettezza:
— Vossignoria è andato a disturbare il curato; ha fatto male, ha fatto male. Egli aveva bisogno di restar solo.