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Il discorso cadde sul Renato di Chateaubriand, lugubre protesta del dubbio uscita dall’anima di un credente.

— Strano enigma! sclamò il curato.

— Enigma sì, io dissi, e mostruoso, ma punto strano.

— Come? domandò Don Luigi.

— Queste buie disfatte della ragione e della coscienza sono frequenti nella vita.

— Il pittore ha ragione, disse il signor De Emma; le passioni buone o cattive sono lievito originale della nostra natura. Dopo una lunga incubazione erompono come il vaiolo, irresistibili, spesso micidiali, talvolta provvidamente salutari.

Don Luigi parve colpito da queste parole, diè una strana occhiata al dottore e domandò:

— Credete?

— Si, colla differenza che il vaiolo si può prevenirlo col vaccino, mentre per quell’altro male.....

— Non vi sono preservativi? ed aggiunse dimessamente: ma e la virtù e il dovere, e....

— Sono freni, — resistono, ma si spezzano. Ci vorrebbe uno sfogo anticipato, una specie di vaccino morale; una cura previdente di affetti che stornassero in tempo le forze germinanti del male. Ma quale? come indovinarle prima di conoscere il male? Difficilmente si può e si sa fare. Spesso le condizioni, le ripugnanze sociali vi si oppongono. E il più delle volte è impossibile lo scandagliare in fondo alle indoli talvolta diversissime nella sostanza dalle loro superficiali apparenze: ne ho viste talune disformarsi nella crisi subitamente, rivelare tendenze di cui non si sarebbe mai sospettato l’esistenza. E ne