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Salvi.

Perdonatemi, ma non capisco che si possa ballare come un uomo incivilito.

Anna.

Forse perchè non capite come un uomo incivilito possa ballare. — Se siete così austero! caro Salvi, seguite un mio consiglio e fatevi quacchero.

Salvi.

Grazie, contessa, ma, che volete, ci son tante cose che non capisco! fra le altre, per esempio, c’è quel briciolo di ragnatela quadrata che pende dalle vostre mani.

Anna.

Come! un magnifico fazzoletto in point d’Alençon.

Salvi.

Oh! non ardisco porre in dubbio la sua magnificenza, pure se quello è un fazzoletto, come dite, perchè non v’asciugate con esso il sudore che la mia danza selvaggia vi ha fatto salire alla fronte?

Anna.

Profanazione! a ciò vi ha un batiste che, se si vuole, si tiene qui in un taschino.

Salvi.

Adunque il vostro fazzoletto in point d’Alençon è una mostra vana, una convenzione, un superfluo.

Anna.

V’ingannate; questo pezzo di ragnatela è men superfluo di quello che credete; senza di questo una toelette è compromessa, è perduta. Questo pezzo di ragnatela, signor Salvi, è il nostro punto d’appoggio.