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assieme nella tempesta del waltz, i miei polsi battevano come per febbre; io, contessa, non vedevo più nulla, più nulla che voi, sentivo l’alito vostro e n’ero briaco, ed ero colto da vertigine come chi si trova sollevato in un attimo a sovrumana altezza; e non ve ne siete accorta, contessa?... io vi amo!

Anna.

(alzandosi con uno scroscio di risa). Ed io niente affatto, signore.

SCENA VII.

Salvi, Anna, Collalto, poi Barone.

Salvi.

(ad Anna). Come? e non ballate?

Anna.

No, il primo giro non lo ballo mai lungamente.

Salvi.

Perchè forse preferite ciarlarlo lungamente, il primo giro; in questo caso è più fortunato quel cavaliere che potrà chiedervi il secondo. A momenti si incomincia la nostra mazurka.

Barone.

Ah! eccovi qui, contessa: sono ai vostri ordini. Posso?....

(per offrirle il braccio).

Salvi.

Ancora troppo tardi, barone. Contessa, usciamo: ho qualche cosa a dirvi.