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Salvi.

(mostrando í quattro signori). Ed ecco gli attori che li rappresentano.

Barone.

Vi faccio notare che gli attori sono quattro.

Salvi.

Non interrompetemi. Vedete là quel giovine sdraiato su quella poltrona che per darsi un po’ di moto ciondola macchinalmente una gamba, mentre tenta di nascondore colla mano lo sbadiglio che va sfiorandogli le labbra?

Barone.

È il visconte Amalfi.

Salvi.

No. — È la Noja. — Primo peccato capitale, figlio primogenito dei piaceri e dell’ozio; veste per lo più il frac; la sua missione è quella di passare il tempo, e vedete come lo passa.

4.° Signore.

(c. s.). Settanta cinque mila sei cento e.... (segue a piacere).

Salvi.

Avete udito? Quello è il secondo peccato: l’Aritmetica. Esso non parla mai che di cifre; la cifra è per esso religione ed eloquenza. Vedete: toglie di tasca un libriccino e nota e calcola; alla vista lo si direbbe un astronomo, ed è invece....

Barone.

Un agente di cambio.