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Anna.
Basta. Non prolungate lo scherzo, potrebbe, a lungo andare, riuscire noioso: il mio l’ho saputo finire a tempo, prima che degenerasse in insolenza.
Salvi.
Non credevo che il chiedere ad una madre la figlia in isposa fosse farle un’insolenza. Del resto sappiate che ciò che v’ho detto è vero, è sacro.... Pure per non farvi andare in collera non parliamone più, contessa, perchè il momento non mi pare troppo opportuno. E crediate che questa piccola scaramuccia non deve mutare per nulla i nostri impegni per questa sera.
Anna.
Che impegni?
Salvi.
Come? ve ne siete già dimenticata? parlo, contessa, della prima mazurka che avrò l’onore di ballare con voi.
(per andarsene).
SCENA VI.
Anna, Matilde, Salvi.
Domestico.
(annunciando). Donna Foschi.
Anna.
Oh! siate la benvenuta, cara Matilde: come state?
Matilde.
Come sto? domandatelo al mio avvocato il quale sta per prender la fuga vedendomi arrivare. — Cattivo auspicio, non è vero?