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parlare e al quale sto facendo la corte da venti minuti e la cui poca avvedutezza mi sforza pure a dirgli chiaro e tondo: signor Salvi, se non avete impegni per la prima mazurka di questa sera....
Salvi.
A vostra disposizione, contessa.
Anna.
Oh! finalmente v’ho trovato, povero Salvi.
Salvi.
E anzi tutto, cercato. Ma ciò diverge un poco dallo scopo della mia visita.
Anna.
Ah! la vostra visita aveva dunque uno scopo?
Salvi.
Sì, e non quello d’invitarvi a ballare, dovete esservene avveduta; ma un altro assai diverso.
Anna.
Dite pure.
Salvi.
Vorrei prima una promessa: potreste star seria un poco?
Anna.
Ah! c’è qualcosa da ridere allora?
Salvi.
No.
Anna.
S’è così, la vostra raccomandazione è superflua. Sono seria.