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bel coricino mi si guasti, che quella folla me la contamini.

Salvi.

E così l’amore dell’una ti ammorza l’amore dell’altra, e temi per tua figlia quella stessa società che non temi per tua moglie. — Capisco che la contessa....

Conte.

La contessa (sei così chiaro nelle tue frasi che le si leggono in viso prima che le pronunci) la contessa, vuoi dire, mi sarà grata di tener nascosta Camilla: poichè tu credi, non è vero? che essa veda con ispavento il giorno in cui la figlia offuscherà la madre nelle sale da ballo...

Salvi.

Almeno.... gli è questo il grande spauracchio di molte madri giovani, caro d’Acqui.

Conte.

Ho tentato più volte con buone parole di distogliere Anna dalla troppa passione della società, ma essa ha un carattere molto tenace.

Salvi.

Perchè tu l’hai un po’ debole, amico; se tu l’avessi un po’ più vigoroso, non credi tu che potresti essere miglior padre e miglior marito?

Conte.

Enrico, non continuare così.

Salvi.

Oh! ti sei offeso? Vedi che il secolo non ha poi torto quando chiama la franchezza un’increanza? Devo daccapo domandarti perdono?