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Salvi.

Ne dubito molto, Camilla. — Durante la nostra assenza sarà molto più facile la riconciliazione. — Ella tornerà in città: qui le memorie della tua infanzia risusciteranno intorno a lei; tutto le parlerà della sua fanciulla, e il dì del nostro ritorno ella sarà sulla porta ad attenderla e avrà tutto scordato.

Camilla.

Ma tu vuoi che andiamo fino a Napoli.... ci vorrà tanto tempo!

Salvi.

Ma non credi che insieme passerà presto?

Camilla.

(con effusione) Oh! col mio poeta!....

Salvi.

Chiamar poeta un avvocato!...

Camilla.

Tu lo sei, si che lo sei. — Prima di essere tua moglie la vita e la natura erano per me come un libro arcano di cui intravedevo le bellezze e indovinavo gli affetti.... ma era scritto in una lingua sconosciuta: ebbene tu me l’hai insegnata in tre mesi! Ciò non può essere l’opera della tua scienza, è dunque il miracolo della tua poesia!

Salvi.

È il miracolo dell’amore! (le prende la mano, e la tiene fra le sue, accarezzandola).