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scrive con commozione crescente, quindi rilegge lo scritto, e lo piega in forma di lettera).

SCENA VIII.

Maria, Salvi.

Maria.

(entrando frettolosa). Chiedevate di me? volevate parlarmi?

Salvi.

Sì, perdonatemi, signora Maria, se la stima che nutro per voi mi fa abusare della vostra bontà.

Maria.

Caro signor Enrico, i complimenti sono inutili fra noi. Di che si tratta? Mio fratello mi tenne parola della faccenda di questa notte...

Salvi.

Ed io vi pregherei appunto di una ambasciata per lui. Eccovi questa lettera che vi pregherei di consegnargli.

Maria.

(inquieta). Ma, che c’è dunque?

Salvi.

Nulla, nulla che possa sgomentarvi. — Voi amate caldamente Camilla, sapete ch’io l’amo: ho indovinato tutto questo dalla vostra cordialità a mio riguardo: io debbo corrispondervi colla confidenza. Leggete. (le porge la lettera).