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stimoni dell’accusa; quelli della difesa saranno assenti e d’ignota dimora.
Conte.
E non sapevate voi prima di adesso che l’onestà deve congiungere alla purezza che soddisfa la coscienza, la prudenza che indovina e previene la calunnia? Se non vi troverò colpevole e vi saprò calunniata, sarà una differenza che soddisferà il mio amor proprio: ma il sistema passato non sarà stato buono per questo.
Anna.
E mi bandirete dalla società, non è vero? condannerete la madre al convento cui sottraete la figlia?
Conte.
Farò quello che la dignità e l’amor mio mi ispireranno. — Cercate, cercate, Anna, quella tal chiave smarrita, e le mie parole non vi daranno più l’emicrania.
Anna.
Badate.... giunge vostra sorella. — Ella forse ha tutto udito: ecco come voi mi fate la riputazione! e poi venitemi a parlar di prudenza! (esce).
SCENA II
Maria e il Conte.
(Il conte si getta agitatissimo sopra una sedia; entra Maria).
Conte.
Maria! arrivi dalla strada? oggi anticipasti di molto la passeggiata.