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Conte.

Ah! dunque, signora, l’atmosfera che circonda le vostre spalle nude, molto nude, basta sola a corrompere persino il nome di una giovinetta? — Tanto peggio!

Anna.

Con qual diritto lo ha pronunciato? Ieri ancora, Camilla era un fiore ignorato: quando il giorno opportuno fosse giunto, avrebbe certo destato ammirazione viva e sincera, ma rispettosa.... Ora eccola sulle labbra di tutta un società ciarliera e curiosa.

Conte.

Quando si tratta di vostra figlia, voi non vedete la società dal solito punto di vista: la smascherate con una strana ingenuità: ah! cercando la chiave del cuore, perdete assolutamente quella dello spirito.

Anna.

Voi me lo fate perdere: e poichè parlate chiaro, parlerò chiaro anch’io. — Sono stanca di scene. — Ieri me ne faceste una a proposito di questa vostra sposina appena uscita di fascie.... che volete imparentare col codice, voi che avete un acquila sul vostro blasone....

Conte.

Ah! rimettete la maschera? Ebbene: sappiate che i blasoni ai dì nostri hanno perduta l’indoratura.

Anna.

Sì, come a vostro parere io ho perduto lo spirito e la chiave: voi, voi dimenticaste la vostra dignità non rispondendo a quell’avvocato come meritava, e trattando me come.... come non merito.