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4 montepiano e la madonna di boccadirio


Al fosso della Tignamica s’inerpica su a sinistra la nuova strada, che mena a Grisciavola degli Alfani e a Cantagrilli, monti ricordati da messer Agnolo Firenzuola, che tutti luoghi della valle poetica di Bisenzio, novellando con piacevole stile e purissima lingua lodò, quando era Abate titolare della Badia di Vaiano, fondata nel 1072 dai monaci cluniacensi e ceduta poi ai Vallombrosani.

Dopo Vaiano ecco Usella, con l’antichissima chiesa del 997, la chiesa più antica della valle; Usella con la magnifica villa Guicciardini, appartenuta in antico ai conti Alberti a poi ai conti Bardi.

Al piegar della strada por Usella e Carmignanello si vede apparire a dentra, sulla cima di un alto colle scosceso, l’antichissimo e diroccato castello di Cerbaia, la Carbaria delle antiche pergamene; la Cervala degl’istrumenti notarili del XIV secolo. Di quella rôcca famosa, di quella mole immensa sopra un’altura inaccessibile dalla parte del Bisenzio, delle quattro torri; dei bastioni, del cassero, non rimangono adesso se non le rovine, e quelle castellane mura cadenti non ricordano altro se non il nome dello splendore della tirannide del medioevo. Un documento del XII secolo parla di questa rôcca formidabile conquistata con le armi da un barone alemanno. L’origine si perde nel buio de’ secoli, Quella rôcca in mezzo ai boschi, e difesa da ogni parte da roccie quasi inaccessibili, fece gola ai Conti Alberti potentissimi, detti anche Rabbiosi, i quali, nel 1164 si presentarono in Pavia a Federigo Barbarossa, a a lui chiesero terre e vassalli. Federigo concesse loro gran parte del territorio toscano e bolognese, e anche Cerbaia. Gli Alberti, più che mai imbaldanziti per l’ottenuta pergamena imperiale, cinsero d’assedio la rôcca con un centinaio d’armaiti, l’occuparono, ne cacciarono il barone alemanno, e ne presero possesso il dì 20 gennaio del 1165. Lì nella rôcca, quasi venti anni dopo, nel 1181, Adelnide o Adolaita degli Alberti, giovinetta di rara beltà, di rarissimo ingegno e di cultura straordinaria, sposò Ezzelino da Romano, vicario imperiale di Ottone IV in Vicenza, quell’Ezzelino detto il Monaco «per sua tarda divozione». La povera Adelaide fu sposa infelice e madre infelicissima, madre dell’efferato tiranno Ezzelino III. Nel castello di Bassano dove essa dimorava nessuno la vide sorridere mai, e