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XXXIII.
ENELOPE sei tu che il ciglio china
Ma che non china il viso intemerato,
Che la calunnia, i proci ed il peccato
4Sfida colla virtù quasi divina.
Te delle amiche tue fin la caina
Lingua e l’invido dente han rispettato.
Tu non sembri di carne. Iddio t’ha dato
8La sacra maestà d’una regina.
La veste meno che il pudor ti vela
Quando superba nelle danze vai,
11Ed un tuo sguardo il desiderio gela.
Penelope sei tu che tesser sai
A mezzo giorno la tua bianca tela,
14E meco a mezzanotte la disfai.