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     Ma non sí che paura non mi desse
La vista che m’apparve d’un lione.

     Questi parca che contra me venesse
Colla test’alta, e con rabbiosa fame,
Sí che parca che l’aer ne temesse:

     Ed una lupa che di tutte brame
Sembrava corca nella sua magrezza,
E molte genti fé’ giá viver grame.

     Questa mi porse tanto di gravezza
Con la paura ch’uscia di sua vista,
Ch’i’ perdei la speranza dell’altezza.

     E quale è quei che volentieri acquista,
E giugne ’l tempo che perder lo face.
Che ’n tutti i suoi pensier piange e s’attrista:

     Tal mi fece la bestia senza pace.
Che venendomi ’n contro a poco a poco
Mi ripingeva lá dove ’l sol tace.

     Mentre ch’i’ ruvinava in basso loco.
Dinanzi agli occhi mi si fu offerto
Chi per lungo silenzio parca fioco.

     Quando vidi costui nel gran diserto,
Miserere di me, gridai a lui,
Qual che tu se’, od ombra od uomo certo.