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32 situato molto più avanti dei portici attuali, sull'asse della prima porta laterale del Duomo. Costrutto nel 1474, per conto di Pietro Pigino, dal celebre Guiniforte Solari, non un secolo prima per festeggiar le nozze di Gian Galeazzo Visconti come scrittori an- tichi e moderni sono andati ripetendo ignari dei documenti che ne attestan l'origine, quel fabbricato era venuto col tempo defor- mandosi: all'infuori del portico che manteneva il carattere dell'arte gotica originaria, aveva l'aspetto d'una volgare casa a tre piani, pur pittoresca coi molti balconi in ferro adorni di fiori e le tende variopinte sporgenti sulle ringhiere. Gli rispondeva a sud l'isolato del Rebecchino anch'esso più avanzato dei portici meridionali che lo han sostituito nel 1873. Di fronte al Duomo case anche più modeste. In questo ambiente, tanto più raccolto che in oggi, era anche allora il centro della vita cittadina: negozi ben forniti, spe- cialmente di mode, di libri, di profumerie ; trattorie rinomate come la Fenice, caffè eleganti: il Reale e quello del Commercio dal lato del Rebecchino, quello celebre del Mazza in fondo al por- tico verso la corsia del Duomo. I negozi sotto il portico usavau tener appendici di banchi coperti di tende sotto le ventidue arcate tra una colonna e l'altra, che invadevano parte del suolo della piazza e davano all'insieme una nota di gaiezza. In mezzo alla piazza " la gran cà del Romanin " cioè la baracca dei burattini intorno alla quale si affollavano cittadini grandi e piccoli. E vi sostava da secoli nelle ore opportune: si racconta che Lodovico Antonio Muratori, uscito dalla biblioteca Ambrosiana dopo lunghe ore d'intenso studio, si soffermasse ogni sera in piazza del Duomo ad ascoltare i lazzi di Pulcinella e d'Arlecchino, l'unico svago forse che quel grand'uomo si concedesse. Il Duomo, tanto più imponente dacché lo si poteva osservare da una piazza non molto ampia, non protendeva ancora verso il cielo la selva delle sue guglie minori, e dal mezzo in su ostentava una fronte di rozzi mattoni: solo nel 1812, come tutti sanno, ebbe, per voler di Na- poleone, quel compimento che per secoli aveva invano atteso. Dietro al fabbricato dei Figini, in prolungamento della corsia del Duomo, correva la via- de' Borsinari detta, nell'ultimo tratto, di Pescheria, che, traversata la via delle Mosche, immetteva per un portone a sghembo nella piazza dei Mercanti: via piena di botteghe e di gente: v'era quel caffè dei Borsinari, nel sec. XVIII ritrovo di letterati insigni, dove si narra che il Beccaria avesse una volta trasceso a sevizie contro un pover'uomo nominato Pa- della; v'era il negozio del libraio Dumoulard, e, poco più giù, di fronte agli scalini del Duomo soppressi nel 1818, la celebre tipo-