Pagina:Porta - Poesie milanesi.djvu/30

24 - nella raccolta degli autografi originali, nell'edizione del Cherubini, in quella del Grossi, e nemmeno nel volume delle poesie Inedite. Il non figurare il " Casin de Andeghée " in nessuna di queste edizioni non ha nessuna importanza, anzi trova una logica spie- gazione. Le primitive edizioni curavano, ed era naturale, la pubblica- zione delle poesie maggiori, e delle più note. Le poesie minori, dedicate ad amici, improvvisate, scritte per spasso, forse rilasciate senza tenerne copia, è probabile che fossero rimaste per qualche tempo ignorate o trascurate. Solo più tardi, riorganizzandosi le pubblicazioni portiane, e crescendo la fama del poeta, si sarà pensato di rintracciare e raccogliere anche queste, facendone ri- cerche presso i possessori. Erano le piccole gemme, che comple- tavano la grande collana. Così deve essere avvenuto del " Casin di andeghée " che era dedicata a un amico, che si rivolgeva al poeta per esser pro- posto socio. Cosi deve essere avvenuto della prima " stoccada de Akmett " del primo gennaio 1814, ^ Sdori, che scusen se el pover Akmett " che non figura negH autografi poriiani, e nelle prime edizioni, e che quindi il Salvioni avrebbe dovuto a rigore togliere al Porta, ciò che nessun ipercritico avrebbe osato fare. Il dubbio sull'autenticità di alcune poesie citate dal Salvioni, sorge per lui dalla fiacchezza del componimento. Il " Casin di an- deghée " non può per questo tradire una dubbia paternità, essendo anzi una delle satire più vibrate e salaci. Del resto, ammettendo per un istante l'inammissibile ipotesi che non sia il Porta l'autore del " Casin di andeghée " saremmo curiosi di scorrere l'elenco dei soci del "nost Casin" del 1818, per trovarvi un poeta capace di scrivere un simile capolavoro, all'infuori del Grossi, del Corio e del Bernardoni, che non erano soci. Il Porta non fu, come credettero alcuni, sdegnoso e sprez- zante di natura: anzi, per una strana antitesi, il poeta satirico era di animo mitissimo, modesto, servizievole, facile lodatore delle opere altrui. Così, quando gli si offriva l'occasione, non mancava di fare accenno in sue poesie a persone che egli avvicinava in Società (cà Roma, la Grassina). Alcune sue poesiole, inviti, rin- graziamenti, sono certe dedicate a suoi amici del Giardino, com- presa forse la citata " lettera a on amis ". Il Porta fu invece un fiero odiatore dei " forestee ". I Francesi sopratutto raccolsero la sua aperta antipatia, per la loro prepo- tenza, e per la loro blague (e daj con sto chez nousl).