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— 17 — E il Porta compose per lui quei notissimi sonetti baloccaci de AktneH* che valevano ad ottenergli dai soci più abbondanti le mancie per Natale e Ferragosto, e a far noti i "soeu fatt" che erano i temi obbligati, la sua miseria, l'affitto caro, l'esosità del padrone di casa, le spazzole che non fruttavano, la moglie pro- lifica, la casa piena di figli come una conigliera, i debiti, i suoi abiti logori, l'avvilimento, la fame. AkmeU in tocch come la porcellana. Magher come el ritratt de nost Signor, Strasciaa come i ttrìvaj d'on sfrosador, Pestaa come el lofà d'ona puttana. Si può descrivere con un'evidenza più scultoria la miseria d'un uomo ? Il Porta non si stancava dall'assecondare le richieste di Akmett. Probabilmente non tulli i sonetti scritti per lui vennero a cono- scenza del pubblico. Una volta ne compose due, a disianza di pochi giorni. Dopo aver scritto la sloccada per il Natale del 1813, essendo andata male l'operazione natalizia, ne scrisse, forse im- provvisando, un'altra, nella tradizionale cena di capo d'anno del * 1 4, nella qual occasione, per guarire Akmelt del "maa de borsa" lo ripresenlava alla Circoncisione. In un'altra sloccada di Ferragosto, Akmett parla in nome anche dei suoi due aiutanti in sottordine, per dare maggior espres- sione allo sciorinamento delle miserie. Il costante interessamento del Porta per queste umili creature mostra la bontà dell'animo suo, e la viva simpatia che gli aveva destata la caratteristica figura del Configliachi. 11 Porta usava frequentare il Verziere, che egli chiamava la ^tìera scaura de Icngua" e dove egli cercava i motivi per la creazione delle sue macchiette immortali. Chi sa quante volte vi avrà incontrato il suo Akmett, intento a bisticciarsi colle rubiconde e petulanti ortolane, e quante volte forse saranno ritornati insieme, questi col suo carico di verdure, e il poeta colla sua tcorbetta Caregada de tucc i erudizion Che i terv e i recatlon Dan de solet a gratis ai poetta.