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a questa grave lacuna, la Società del Giardino vieppiù incoraggiata dalle circostanze, e sorretta anche dal Voto di egregi e benemeriti cittadini, si accinse a pubblicare questa nuova edizione, la quale se non pretende di avere gli intenti scientifici della desiderata edizione Salvioni, può tuttavia rispondere alle giuste esigenze degli ammiratori del poeta.
Esclusa l’idea di compilare un’Antologia, prevalse il concetto di ristampare integralmente quelle poesie, che l’autore stesso vivente riconobbe migliori, affidandone la pubblicazione al Cherubini (Milano, Pirotta, 1817), e le altre postume, che Tommaso Grossi, amico, collaboratore ed erede spirituale del Porta, divulgò nell’edizione del 1821. La specifica competenza filologica di Francesco Cherubini, e il gusto squisito del Grossi, giustificano la preferenza data al testo da loro adottato.
Siccome però la riproduzione fedele delle due prime edizioni avrebbe privato i lettori della conoscenza di altre composizioni, indubbiamente autentiche, ed in parte già note attraverso le postume edizioni, nelle quali la censura austriaca era stata meno severa, così fu ritenuta opportuna anche la loro ristampa, comprendendovi alcuni lavori d’occasione, che il Porta scrisse per la ristretta cerchia dei suoi amici della Società del Giardino, lavori che necessariamente non dovevano mancare in questo volume.
Nella presente edizione per la prima volta è indicata la data cronologica di ciascuna poesia, dedotta dallo studio postumo del Salvioni, edito l’anno 1920 nell’Archivio storico lombardo, sul quale richiamiamo l’attenzione di quanti volessero maggiori schiarimenti in proposito.
L’illustrazione del testo venne con illimitata fiducia affidata alle intelligenti cure di persone competenti, quali il Prof. Carlo Reale e il Dott. Ettore Verga, direttore dell’Archivio storico civico, esimii interpreti del pensiero portiano, coadiuvati dall’amico Dott. Marco Magistretti, già storiografo della Società del Giardino, quale altro studioso e diligente indagatore di memorie cittadine.