Pagina:Porta - Poesie milanesi.djvu/104


— 98 —

CANTO SETTIMO



     Pape Satan, pape Satan aleppe.
Cominciò Plato colla voce chioccia:
E quel savio gentil, che tutto seppe,

     Disse per confortarmi: non ti noccia
La tua paura, chè poder ch’egli abbia.
Non ti torrà lo scender questa roccia.

     Poi si rivolse a quella enfiata labbia,
E disse: taci maladetto lupo:
Consuma dentro te colla tua rabbia.

     Non è senza cagion l’andare al cupo.
Vuoisi così nell’alto, ove Michele
Fe’ la vendetta del superbo strupo.

     Quali dal vento le gonfiate vele
Caggiono avvolte, poichè l’alber fiacca;
Tai cadde a terra la fiera crudele.

     Così scendemmo nella quarta lacca,
Prendendo più della dolente ripa,
Che ’l mal dell’universo tutto ’nsacca.