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Guarda com’entri, e di cui tu ti fide;
Non t’inganni l’ampiezza dell’entrare.
E’ l duca mio a lui: perchè pur gride?
Non impedire ’l suo fatale andare:
Vuoisi così colá dove si puote
Ciò che si vuole: e piú non dimandare.
Ora incomincian le dolenti note
A formisi sentire: or son Venuto
Lá dove molto pianto mi percuote.
Io venni in luogo d’ogni luce muto.
Che mugghia, come fa mar per tempesta,
Se da contrari venti è combattuto.
La bufèra infernal, che mai non resta,
Mena gli spirti con la sua rapina.
Voltando e percotendo gli molesta.
Quando giungon davanti alla ruina,
Quivi le strida, e’I compianto, e ’l lamento.
Bestemmian quivi la virtú divina.