Pagina:Porta - Poesie milanesi.djvu/100


— 94 —



Guarda com’entri, e di cui tu ti fide;
Non t’inganni l’ampiezza dell’entrare.
E’ l duca mio a lui: perchè pur gride?

Non impedire ’l suo fatale andare:
Vuoisi così colá dove si puote
Ciò che si vuole: e piú non dimandare.

Ora incomincian le dolenti note
A formisi sentire: or son Venuto
Lá dove molto pianto mi percuote.

Io venni in luogo d’ogni luce muto.
Che mugghia, come fa mar per tempesta,
Se da contrari venti è combattuto.

La bufèra infernal, che mai non resta,
Mena gli spirti con la sua rapina.
Voltando e percotendo gli molesta.

Quando giungon davanti alla ruina,
Quivi le strida, e’I compianto, e ’l lamento.
Bestemmian quivi la virtú divina.