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in altri tempi gravido delle più terribili minaccie, quali riassume Manilio nei famosi versi:


Talia significant lucentes saepe cometae.
Funera cum facilius veniunt, terrisque minantur
Ardentes sine fine rogos, cum mundus, et ipsa
Aegrotet natura, novum sortita sepulchrum.
Quin et bella canunt, ignes, subitosque tumultus,
Et clandestinis surgentia fraudibus arma1.

Adesso di simili paure possiamo ridere, come già ne rideva il savio imperatore Vespasiano, cui si voleva far credere che una cometa apparsa a’ suoi tempi gli annunziasse prossima la morte. “Cotesta cometa„ disse “non minaccia me, ma il re dei Parti. Egli ha lunga chioma, io all’opposto son calvo„. Sappiamo che questi astri singolari sono formati di materia tenuissima, sottoposta, come la materia del Sole, dei pianeti e dei satelliti, alla gravitazione universale, dalla quale son trattenuti in orbite di forma determinata; possiamo calcolare, dai luoghi che hanno occupato, quelli che occuperanno sulla vôlta celeste, e se la loro comparsa si ripeta a intervalli periodici, e in quale tempo e in quale punto del cielo si debba aspettare il loro ritorno; siamo persino arrivati (e

  1. Questi segnano spesso orribil mali
    Le lampanti comete, e stragi, e morti
    Traggon seco tai fiamme, e minacciando
    Pire mai sempre accese al mondo vanno,
    Posciacchè l’universo, e la natura
    Nuovo sepolcro riscontrando inferma.
    Anzi le guerre ancor del Ciel le faci
    Usan predire, e i subiti tumulti,
    E le rubelli da secreti inganni
    Armi snudate...

     (Versione del Bandini).