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menti più riflessive, di tutte le teologie, si può dire impregnata da capo a fondo di Astronomia. Seguiamo gradatamente l’evoluzione del pensiero, quale è tracciata da Augusto Comte nel suo Sistema di filosofia positiva, che il Littré e lo Stuart Mill hanno su questo punto validamente difeso dalle critiche superficiali e farraginose di Herbert Spencer. Che cosa determina presso le civiltà primitive il passaggio dalla forma di religione più ignobile ed irrazionale, il feticismo, a quella che noi troviamo anche presso popoli più progrediti, il politeismo? Null’altro che l’osservazione dei fenomeni celesti, la quale promuove in noi lo sviluppo del sentimento fondamentale dell’invariabilità delle leggi naturali. “La primitiva tendenza o istinto dell’umanità„, dice stupendamente lo Stuart Mill, “sta nell’assimilare tutte le azioni che essa scorge in natura alla sola della quale sia direttamente consapevole, la propria attività volontaria. Ogni oggetto che le sembri originare forza, cioè agire senza aver prima ricevuto una sollecitazione esterna, riceve da essa (o ne può ricevere) vita, coscienza, volontà„. Il feticismo adunque, cioè il culto di tutti gli oggetti dotati per antropomorfismo di attività somiglianti alle nostre, è il primo stadio del cammino che la mente dei popoli deve percorrere per giungere a un concetto positivo dei fenomeni naturali; ed è logico e degno di nota il fatto concordemente stabilito dagli etnologhi, che in ogni paese i feticci sono capricciosi, crudeli, violenti, lussuriosi, più temuti che amati. Quale prova più evidente che essi sono creati “ad immagine e somiglianza dell’uomo?