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Ed oggi, in questo scorcio di secolo tanto agitato per la conquista dei beni materiali, mentre tutto sembra tendere alla soddisfazione immediata dei desiderii e delle cupidigie, quale popolo contrasta al forte, al pratico, al positivo popolo britannico il primato nel promuovere, aiutare, favorire splendidamente gli studi astronomici? Appunto quel popolo che la rettorica infestante le nostre scuole, i nostri libri, i nostri giornali ci ha fatto credere il più volgare, il più utilitario, il meno aperto alle manifestazioni del bello e del sublime, quel popolo che noi ci raffiguriamo volentieri a null’altro intento che a scavare minerali preziosi, a imballar cotone, a insaccar carne salata! Agli Stati Uniti è possibile che il direttore dell’Osservatorio di Harvard College pubblichi sulle gazzette quotidiane un avviso di questo genere: “Per alcune ricerche astronomiche importanti che si propone di iniziare, l’Osservatorio ha bisogno di un fondo straordinario di cinquanta mila dollari. Coloro che intendessero fornire tal somma, o parte di essa, si rivolgano al Direttore, professor Pickering„. Immaginate, signori miei, le risate che si farebbero da noi, se il più illustre degli astronomi viventi, che è Italiano, ardisse fare una simile comunicazione ai giornali?

Laggiù, in quel grande e libero paese, l’Astronomia è insegnata persino nelle scuole elementari, come ci ha detto recentemente un’accurata relazione del Ghisleri; e vi hanno tributo di plauso e destano la più nobile emulazione i generosi che, al pari di Lick e di Kennwood, spendono milioni di dollari per fondare nuovi osservatorii. In Italia chi sa che il dottore Cerulli ha