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da Lattanzio e da Sant’Agostino e da Sant’Isidoro e dal venerabile Beda; ma intorno a lui mancavano le energie necessarie per muovere alla ricerca del nuovo mondo, da lui vaticinata e additata a Cristoforo Colombo. I tempi di Marco Polo e di Leonardo Pisano erano passati, e l’immortal Genovese doveva chiedere ad altri che agli Italiani l’aiuto necessario per l’alta impresa!

La prosperità marittima della Spagna, giunta al culmine per la scoperta dell’America, crolla nel 1588 per la distruzione della grande armada, spedita da Filippo II nel golfo di Biscaglia contro gli Inglesi, ai quali passa il dominio degli oceani; e lo storico loro non sa se debba attribuire la potenza navale britannica piuttosto a quella catastrofe, che all’impulso dato dai bisogni della navigazione alle ricerche astronomiche. Certo gli Inglesi, che sono pur dotati di senso pratico squisito, non hanno mai lesinato sussidi e favori all’Astronomia. Nel 1675 un’ordinanza di Carlo II fonda l’Osservatorio di Greenwich, con la missione di “rettificare le tavole dei movimenti celesti e le posizioni delle stelle fisse, affinchè si possa trovare la longitudine in mare, cosa sommamente desiderabile per il perfezionamento dell’arte nautica„. Un secolo dopo il Lalande può scrivere le seguenti parole: “Je fus temoin du zèle que le roi d’Angleterre avait pour l’Astronomie; il me dit que c’etait lui qui avait voulu que Herschel portât son telescope jusqu’à 40 pieds; et comme je lui faisais des remercimens pour les astronomes, il me fit cette réponse édifiante: Ne vaut-il pas mieux employer son argent à cela qu’à faire tuer des hommes?