Vieni con fausto augurio, o Imene: già pronta è la sposa
che grazie dal suo seno, grazie dal viso effonde.
Il seno ora ed il volto di grazia risplendon, ma quando
candida il letto molle salga, di primavera56
tutta sarà la gloria, stillando l’ambrosia divina
di Citerea, le Grazie miste coi doni tuoi.
Vieni, buon Dio, t’appressa, o Imene, o nume a noi sacro!
“Ecco, già viene il Nume sacro agli sposi, Imene.”60
Movigli, o madre, incontro, abbraccia gentile quel Nume:
mostrati adorna e digli care al suo cuor parole:
spargi la casa di rose, e offrendogli i serti di fiori
canta con fausta voce, fausta i suoi versi canta.64
Anche tu, Aurelia, che già le tede felici ài raggiunto,
bella sul limitare della sorella attendi:
riceverai qui il Genio, e dandogli i doni dovuti
arabiche fragranze spargi e di Cipro aromi.68
Casta conduci alle stanze nuziali tu stessa Imeneo
casto, dove riposa puro d’Eugenia il volto.
Come risplende il Genio col velo e la veste scarlatta,
come il calzar piccino al molle piè conviene,72
come la gemma in dito riluce e sul capo il suo serto:
come la casa ride al giungervi del Dio!
Plaudiamo al Genio, o amiche, il Genio saluti la casa
tutta e di verde lieti plaudano al Genio i campi;76