Pagina:Pontano - L'amor coniugale.djvu/80

68 l’amor coniugale


Splende alle dure prove la bella virtú: la pudica
sposa buon nome acquista come Penelopèa.24

Son poche cose in pregio: ma nulla è nel mondo piú raro
della virtú: agli dèi, essa ci rende eguali.

Sposa, rallégrati dunque: non v’è d’una mente pudica
nulla piú raro, questa Dio coi suoi voti piega.28

D’uopo non ài tu certo di questi consigli, o diletta:
sai l’ufficio di sposa, l’opra di madre sai.

Presto è il Natal del Signore: fai cuore, o mia buona, ti voglio,
se non per te, o lontana, lieta pe’ figli tuoi.32

Poi che al mattino l’opre insieme alle figlie ài compiuto,
volgi agli dèi le giuste preci e per te li placa.

Prega pel figlio e prega pel misero sposo: che Marte
l’odio feral deponga, torni la dolce quiete.36

Buoni gli dèi e giuste le preci: già vedo che Giove
stesso col capo accenna per l’esaudita prece.

Con tale voto ritorna dal tempio e la casa risplenda
tutta pei dí festivi, liberi d’ogni nube.40

Tutto per te nella casa sia lieto: l’augurio felice
l’anno che ben comincia segua nel suo cammino.

Cura la mensa, anch’essa per nulla sconviene alle figlie:
semplice, senza lusso, ricca di molti cibi.44