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II
ALLA MOGLIE
Senza di me il Natale e senza di me il Capodanno
triste e l’Epifania senza di me tu fai.
Triste nel tempio ai santi uffici tu assisti devota,
triste dal tempio, o sposa, alla tua casa torni.4
Là del marito assente t’attendono i molti ricordi,
malinconia del cuore, lagrime agli occhi tuoi:
là quel deserto letto ricorda il piacer dell’amore:
resta il suo posto vuoto, presso la sponda sua.8
Cresce il dolor nel cuore, ti duole l’acuta ferita,
vinta tu pieghi, o sposa, sotto il tuo grave duolo.
Non della cara sorella e non delle figlie la voce,
solo il tuo nato appena toglierti può dal pianto.12
Lascia, ten prego, o Ariadna, i nuovi infiniti lamenti,
altri sofferse ed altri questo dolore, o cara.
Tale destino ancora negli anni tuoi primi da forte
tu sopportasti e bimba lode di donna avevi.16
Arduo è il penar, ma pure in esso ogni lode s’acquista,
piú lieve è il duol, se avvezza sei nel soffrire, o sposa.
Noto l’esempio tuo fu all’altre fanciulle, ricordi?
or del pudore esempio resti per l’altre spose:20
degna davver dell’amplesso del caro marito: la dolce
casa ed il noto letto ben di goder sei degna.
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