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V
ALLA MOGLIE1
Lagnandosi del servizio militare
(1482-’84)
Non io, diletto amore, cercando ricchezze dorate
alle tue porte amate stetti vagheggiatore:
trassemi a te la norma tua pura, la fede, il costume,
grazia e virgineo lume della tua bella forma:4
questo moveami al grato connubio di te desïoso,
sembrai felice sposo di tale sposa a lato:
Venere diè il suo favore, le molli sponsali catene
ci preparava Imene, ci sorrideva Amore.8
Notti felici e leni, o luci dei giorni beate,
delle carezze amate gaudi soavi e pieni!
Voti io recava ai Lari, al Genio mio buono, e preghiere
molte alle sante schiere, ai supplicati altari,12
quando... ecco d’ira avvampi, o Dio2 che le terre funesti
e dell’Emilia pèsti sanguinolento i campi!
“Deh, la feroce brama deponi dell’armi e sul bianco
seno riposa, o stanco, di Venere che t’ama!16
- ↑ Elegia da riferirsi al 1482-’84, nei quali anni il P. combatté nella guerra di Ferrara.
- ↑ Marte, amante di Venere.
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